

Nino Farini - " alVaro "
1 - Onomatoyo
2 - Passepied
3- Res des Aou
4- Ad Urbe Condita
BOLIERVAZ / 2023
Credo che l'amore abbia infinite forme, quello per un'automobile penso preveda la voglia di conoscerne il motore; non in un senso di prestazioni e nemmeno con un'intenzione di tutela. Il motore come origine.
Per questo ho cercato, intercettato e trovato Nino Farini. Uno veloce, velocissimo: ha le sue strade e lì non lo riprendi più. Ho provato a portarlo a largo, tanto perché si apprestava ad un "varo", quanto perché chissà cosa sarebbe uscito da quel viaggio.
Fanatico dell'enigmistica ha affrontato la Via Crucis che gli ho proposto confondendo abilmente rotte e direzioni. L'impressione è di un dialogo alla deriva di un sogno ma se leggete tutto un paio di volte, secondo me, si vede la soluzione del rebus.
Auguro una buona lettura,
il vs. Frank Rugea
1 - Ciao Nino, Nino è il tuo vero nome? Se sì come mai il cognome sembra una sorta di plurale di quello del campione automobilistico? Se no puoi dirci di più sulla tua vera identità?
Ciao Frank; Nino Farini è un nome finto, ma anche vero, per finta. La somiglianza col nome di quell'antico pilota di auto è un puro caso, ma quando lo scoprii ne fui molto contento e adesso seguo tutte le corse di Nino Farina.
2 - Sei un cartone animato? Sei sicuro?
Oggi non più, ma fu un'esperienza che sognavo di realizzare sin dalla prima volta che da bambino vidi "Volere Volare" di Maurizio Nichetti. Per fortuna oggi possiamo realizzare ogni desiderio.
Ringrazio tantissimo Francesco Orazzini, un illustratore e animatore fenomenale che ha realizzato il video di "Onomatoyo"; amico speciale e detentore di vari mazzi di chiavi per entrare nel mondo dei cartoni animati.
3 - "alVaro": il grafico è un eccentrico sgrammaticato o c'è un significato?
Purtroppo ho problemi con i nomi delle cose e con i nomi delle persone (oltre che con gli eccentrici), e tutti ne hanno almeno uno, di nome, me compresi.
Ho scelto questo titolo perché volevo festeggiare il mio primo Ep come se fossimo al varo di una nave. Ma ho problemi con i nomi, allora le due parole si sono unite andando a formare un nome: Alvaro. Ma io volevo un varo, non un Alvaro.
Che tra l'altro, Alvaro è un nome bello, il cui suono mi ricorda un signore che frequentava la pista da ballo delle feste dell'Unità (un ballerino di liscio strepitoso, sempre ammirato e attorniato da quattro o cinque donne che volevano ballare con lui; poi lui ci ballava, ma era una copertura perché lui poi si trombava tutti i loro mariti). Poi mi ricorda il cartone con la mucca Alvaro, il meraviglioso Recoba e non ultimo Alvaro Vitali.
4 - Perché un lavoro prettamente strumentale nel 2023?
Un domani mi piacerebbe riuscire ad inserire la voce, ma sto ancora cercando un modo di scrittura che stia bene con la musica che mi piace scrivere; in "alVaro" ho potuto fare un pò come mi pareva, sono brani strampalati che solo un avventuriero straordinario come Alessandro Fiori poteva divertirsi a fare con me.
5 - Francese, latino, vuoi dire tu qualcosa sui titoli oppure è solo una Babele?
Dare titoli a brani strumentali, a meno che non siano rivolti ad un qualche uso specifico, ha sempre un ché di complesso e imbarazzante. Direi che mi sono lasciato ispirare da certe immagini che, tempo dopo averle registrate, mi sono apparse.
6 - Hai suonato davvero tutto tu? Da solo?
Ho suonato la maggior parte degli strumenti, ossia: Marimba, Roland JX-3P, Microkorg, Solton, Batteria, Percussioni e voce. La parte grossa dei brani fu registrata allo Studio Rudere di Alessandro Fiori, che ha curato anche la produzione e suonato il violino. Nei due brani "Res des Aou" e "Onomatoyo" c'è la voce di Serena Altavilla, in "Ad Urbe condita" i sassofoni di Giulia Costagli e il flauto di Livia Schweizer. Poi il mixaggio e il master è stato fatto con uno squadrone composto da Alessandro Fiori, me, Marco Giudici e Filippo Conti.
7 - Quando, dove e come è successo?
Nel Giugno del 2019 andai tre giorni in studio da Alessandro Fiori con l'intenzione di fare la prima sessione di questo Ep: così fu, ma fu anche l'unica sessione. Allestimmo tutto quanto e presto iniziammo a registrare; andò tutto a meraviglia, Alessandro riuscì a trovare un bellissimo timbro su tutto, anche sulla struttura dei brani. Ci divertivamo così tanto che lavoravamo benissimo e in pieno regime stacanovista, vien da sé che in quei tre giorni registrammo tutti e quattro i pezzi quasi al completo. Poi i brani rimasero lì per un pò, sapevamo che con una sola altra sessione avremmo potuto chiudere tutto l'Ep. Invece fu il mondo che 'chiuse'.
Anni dopo ripresi in mano questi brani e decisi (in accordo con Alessandro) che mi sarei occupato io, o le musiciste a cui ho chiesto di partecipare, di registrare le ultime parti.
8 - Sei al Museo dell'Automobile di Torino, scegli tra i presenti 4 persone a cui far ascoltare il tuo lavoro: chi sono? Perché hai scelto loro?
Cercherei subito chi dirige o presiede il museo, in modo da poterli convincere che almeno due dei quattro brani sarebbero ottimi da utilizzare per qualche loro iniziativa pro-automobilismo, cosicché io e Boliervaz possiamo trarne i proventi dai diritti. Poi farei ascoltare a qualcuno che non abbia superato ancora i sette anni di età, una persona nata precisamente il 17 Dicembre di un qualsiasi anno e ad una persona che abbia superato i cinquantasei anni. Scelgo loro perché sono persone straordinarie con cui mi sono subito trovato benissimo.
9 - C'è una lettura che assoceresti al tuo lavoro?
"Lassù qualcuno ci chiama", n° 136 di Dylan Dog.
10 - Attitudine o metodo?
Vanno alternate, direi di iniziare con una attitudine, per poi passare al metodo e da almeno un fallimento che ti porta all'allontanamento, poi tornare all'attitudine ma ricordandosi il fallimento precedente, attenersi in maniera disciplinata ed esclusiva al metodo; poi fare in modo di dimenticarsi tutto e fare un pò come si vuole, confondendo attitudine e metodo.
11 - Sappiamo, tramite Da Elton (che, anticipiamo adesso, sarà l'uscita di Boliervaz successiva alla tua), che sei anche un ballerino: è vero o il parrucchiere è un bugiardo? Esiste davvero un video?
Che notizia che mi dai! Da Elton è fenomenàl! Egli riuscì addirittura a farmi ballare a mia insaputa.
Ho avuto due grandi insegnanti di danza: uno è stato proprio il sopra citato Alvaro, reginetto delle piste dei dancing provinciali e delle feste dell'Unità, l'altro è Christopher Walken; che però è sempre molto occupato col cinema, ma i suoi dettami li porto sempre con me ogni volta che danzo.
12 - Sei proprio sicuro della risposta che hai dato a proposito della possibilità di essere un cartone animato?
Sì, potrò tornare ad esserlo qualche volta e non mi dispiacerà, ma adesso ho un altro sogno: voglio diventare un super minimarket.
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